Recentemente, anche a seguito dell’emanazione di nuovi provvedimenti normativi (comma 3 dell’art.36 bis del DL 83/2012 convertito in Legge 147/2012), si è posto il problema della revisione della perimetrazione di alcuni dei cosiddetti Siti di Interesse Nazionale (SIN). Tra i siti interessati, vi è quello denominato di Bagnoli-Coroglio, che comprende un’ampia parte dei quartieri napoletani di Agnano e Bagnoli (con esclusione dell’abitato di Fuorigrotta, della Mostra d’Oltremare e dell’insediamento universitario di Monte S.Angelo, mentre vi rientrano le aree dei rilievi settentrionali di Astroni e Soccavo), nonché il tratto di mare antistante la linea di costa sud-occidentale del Golfo di Pozzuoli, istituito dalla Legge n. 388 del 23/12/2000, art. 114, e perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) del 31 Agosto 2001 (Gazzetta Ufficiale 26/10/2001 n. 250). Nel lavoro sono sintetizzati alcuni dei risultati di uno studio molto più ampio, coordinato dallo scrivente per conto dell’Istituzione di appartenenza e commissionato dalla Fondazione Troncone, nel quale una parte consistente delle informazioni rilevate nel corso delle attività di caratterizzazione finora condotte, descritte in maniera dispersa in diversi documenti, sono state raccolte insieme ed elaborate in modo elementare, per avere risultati di facile lettura ed interpretazione, con l’intento di rilevare le peculiarità delle singole situazioni identificabili nell’area in esame. In particolare, nel seguito del presente lavoro l’attenzione è posta solo sulle indagini eseguite sui terreni, tralasciando, invece, le pur interessanti indicazioni emerse dall’elaborazione dei dati riguardanti le acque di falda. Relativamente a queste ultime, ci si limita, in questa sede, ad evidenziare che nelle aree esterne è stata riscontrata una generalizzata situazione di accettabilità delle acque stesse, con superamenti delle concentrazioni normative di riferimento riconducibili quasi ovunque ai soli tenori di Manganese ed Arsenico e, quindi, di acclarata origine naturale: in tali condizioni, ai soli fini del presente lavoro, risulta di minore interesse, evidentemente, il raffronto tra le situazioni rilevate nelle aree ex-industriali e nelle aree esterne.
Ipotesi di riperimetrizzazione del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio (Napoli) / Pirozzi, Francesco. - In: AMBIENTE RISCHIO COMUNICAZIONE. - ISSN 2240-1520. - 7(2013), pp. 49-66.
Ipotesi di riperimetrizzazione del Sito di Interesse Nazionale di Bagnoli-Coroglio (Napoli)
PIROZZI, FRANCESCO
2013
Abstract
Recentemente, anche a seguito dell’emanazione di nuovi provvedimenti normativi (comma 3 dell’art.36 bis del DL 83/2012 convertito in Legge 147/2012), si è posto il problema della revisione della perimetrazione di alcuni dei cosiddetti Siti di Interesse Nazionale (SIN). Tra i siti interessati, vi è quello denominato di Bagnoli-Coroglio, che comprende un’ampia parte dei quartieri napoletani di Agnano e Bagnoli (con esclusione dell’abitato di Fuorigrotta, della Mostra d’Oltremare e dell’insediamento universitario di Monte S.Angelo, mentre vi rientrano le aree dei rilievi settentrionali di Astroni e Soccavo), nonché il tratto di mare antistante la linea di costa sud-occidentale del Golfo di Pozzuoli, istituito dalla Legge n. 388 del 23/12/2000, art. 114, e perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM) del 31 Agosto 2001 (Gazzetta Ufficiale 26/10/2001 n. 250). Nel lavoro sono sintetizzati alcuni dei risultati di uno studio molto più ampio, coordinato dallo scrivente per conto dell’Istituzione di appartenenza e commissionato dalla Fondazione Troncone, nel quale una parte consistente delle informazioni rilevate nel corso delle attività di caratterizzazione finora condotte, descritte in maniera dispersa in diversi documenti, sono state raccolte insieme ed elaborate in modo elementare, per avere risultati di facile lettura ed interpretazione, con l’intento di rilevare le peculiarità delle singole situazioni identificabili nell’area in esame. In particolare, nel seguito del presente lavoro l’attenzione è posta solo sulle indagini eseguite sui terreni, tralasciando, invece, le pur interessanti indicazioni emerse dall’elaborazione dei dati riguardanti le acque di falda. Relativamente a queste ultime, ci si limita, in questa sede, ad evidenziare che nelle aree esterne è stata riscontrata una generalizzata situazione di accettabilità delle acque stesse, con superamenti delle concentrazioni normative di riferimento riconducibili quasi ovunque ai soli tenori di Manganese ed Arsenico e, quindi, di acclarata origine naturale: in tali condizioni, ai soli fini del presente lavoro, risulta di minore interesse, evidentemente, il raffronto tra le situazioni rilevate nelle aree ex-industriali e nelle aree esterne.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.