Il contributo prende spunto dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1927 del 2015 per tornare a riflettere sulla natura giuridica dell’acquisizione gratuita al patrimonio comunale prevista dall’art. 31 d.P.R. n. 380 del 2001 (testo unico dell'edilizia). Nel dettaglio, il Consiglio di Stato giudica illegittima l'acquisizione eseguita in danno dell’attuale proprietario erede del responsabile dell’abuso e nei cui riguardi sia mancata la notificazione dell’ordine di demolizione, chiarendo che la misura può essere rivolta solo al responsabile dell’abuso ovvero a chi, subentrato nella titolarità del bene, sia stato destinatario dell’ordine di demolizione e non lo abbia ottemperato nei termini previsti dalla legge. La particolarità della sentenza commentata risiede nella circostanza che la questione affrontata non riguarda l’opponibilità dell’ordine di ripristino agli eredi dell’autore dell’abuso (che viene assunta come pacifica), ma la legittimità della successiva misura dell’acquisizione a titolo gratuito al patrimonio comunale disposta nei confronti degli eredi sul presupposto di un ordine di demolizione notificato non ad essi, ma al dante causa quando ancora era in vita. Ulteriore peculiarità consiste nell’inquadramento da parte del Consiglio di Stato dell’acquisizione gratuita nella categoria delle “misure ripristinatorie reali”, strumentali alla realizzazione del ripristino a spese dei responsabili, pur contestualmente riconoscendosi che, “in omaggio a un elementare criterio di conoscenza ed esigibilità”, venendo in rilievo una misura incidente oggettivamente sul diritto di proprietà e postulante un volontario inadempimento da parte dell’obbligato alla rimozione, è necessario che quest’ultimo sia stato formalmente destinatario dell’ordine di demolizione e abbia avuto a sua disposizione il termine per provvedere alla demolizione. La natura giuridica riconosciuta dalla sentenza all’acquisizione si discosta dalla costante giurisprudenza che riconosce ad essa natura sanzionatoria, pur giungendo, per il tramite dei richiamati “criteri di conoscenza ed esigibilità” invocati e in ragione della rilevanza del diritto inciso, a conclusioni analoghe in ordine ai presupposti dell’acquisizione gratuita.
L’acquisizione di diritto ex art. 31 t.u. edilizia nei confronti dell’attuale proprietario del bene erede del responsabile dell’abuso / Mari, Giuseppina. - In: RIVISTA GIURIDICA DELL'EDILIZIA. - ISSN 0485-2435. - 3(2015), pp. 419-440.
L’acquisizione di diritto ex art. 31 t.u. edilizia nei confronti dell’attuale proprietario del bene erede del responsabile dell’abuso
MARI, GIUSEPPINA
2015
Abstract
Il contributo prende spunto dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 1927 del 2015 per tornare a riflettere sulla natura giuridica dell’acquisizione gratuita al patrimonio comunale prevista dall’art. 31 d.P.R. n. 380 del 2001 (testo unico dell'edilizia). Nel dettaglio, il Consiglio di Stato giudica illegittima l'acquisizione eseguita in danno dell’attuale proprietario erede del responsabile dell’abuso e nei cui riguardi sia mancata la notificazione dell’ordine di demolizione, chiarendo che la misura può essere rivolta solo al responsabile dell’abuso ovvero a chi, subentrato nella titolarità del bene, sia stato destinatario dell’ordine di demolizione e non lo abbia ottemperato nei termini previsti dalla legge. La particolarità della sentenza commentata risiede nella circostanza che la questione affrontata non riguarda l’opponibilità dell’ordine di ripristino agli eredi dell’autore dell’abuso (che viene assunta come pacifica), ma la legittimità della successiva misura dell’acquisizione a titolo gratuito al patrimonio comunale disposta nei confronti degli eredi sul presupposto di un ordine di demolizione notificato non ad essi, ma al dante causa quando ancora era in vita. Ulteriore peculiarità consiste nell’inquadramento da parte del Consiglio di Stato dell’acquisizione gratuita nella categoria delle “misure ripristinatorie reali”, strumentali alla realizzazione del ripristino a spese dei responsabili, pur contestualmente riconoscendosi che, “in omaggio a un elementare criterio di conoscenza ed esigibilità”, venendo in rilievo una misura incidente oggettivamente sul diritto di proprietà e postulante un volontario inadempimento da parte dell’obbligato alla rimozione, è necessario che quest’ultimo sia stato formalmente destinatario dell’ordine di demolizione e abbia avuto a sua disposizione il termine per provvedere alla demolizione. La natura giuridica riconosciuta dalla sentenza all’acquisizione si discosta dalla costante giurisprudenza che riconosce ad essa natura sanzionatoria, pur giungendo, per il tramite dei richiamati “criteri di conoscenza ed esigibilità” invocati e in ragione della rilevanza del diritto inciso, a conclusioni analoghe in ordine ai presupposti dell’acquisizione gratuita.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.