L’espressione mgf indica delle pratiche rituali, di lesione del corpo, diffuse soprattutto nell’area africana, legate a interpretazioni di principi culturali/religiosi che ne hanno consentito la legittimazione giuridica e sociale. Essa è diventata ufficiale, nei documenti internazionali, soltanto a partire dal 1990, con un’immediata valenza negativa, fortemente voluta dalla cultura occidentale. Si è quindi attivato un processo che le ha riconosciute prima come pratiche pericolose sotto il profilo medico-sanitario e successivamente come una grave violazione dei diritti delle donne e delle bambine. In Italia il reato specifico è stato previsto da una legge del 2006 e un unico caso giurisprudenziale è stata una sentenza del Tribunale di Verona del 2010. Tale tematica centra una delle problematiche più rilevanti delle attuali politiche delle società multiculturali con riferimento al valore che l’ordinamento giuridico deve attribuire al condizionamento esercitato dall’appartenenza culturale di un individuo per condotte penalmente rilevanti. Occorre ribadire che in tali ipotesi si fa riferimento al gravissimo reato di lesioni permanenti e irreversibili a danno di minori, esercitate dai loro tutori legali, in nome di presuntiriferimenti culturali-religiosi, che non dovrebbero trovare spazio all’interno di uno Stato laico
Profili giuridici delle mutilazioni rituali tra costume tradizionale e precetto religioso / Carobene, Germana. - In: LA CAMERA BLU. - ISSN 1827-9198. - 14:(2016), pp. 1-23.
Profili giuridici delle mutilazioni rituali tra costume tradizionale e precetto religioso
CAROBENE, GERMANA
2016
Abstract
L’espressione mgf indica delle pratiche rituali, di lesione del corpo, diffuse soprattutto nell’area africana, legate a interpretazioni di principi culturali/religiosi che ne hanno consentito la legittimazione giuridica e sociale. Essa è diventata ufficiale, nei documenti internazionali, soltanto a partire dal 1990, con un’immediata valenza negativa, fortemente voluta dalla cultura occidentale. Si è quindi attivato un processo che le ha riconosciute prima come pratiche pericolose sotto il profilo medico-sanitario e successivamente come una grave violazione dei diritti delle donne e delle bambine. In Italia il reato specifico è stato previsto da una legge del 2006 e un unico caso giurisprudenziale è stata una sentenza del Tribunale di Verona del 2010. Tale tematica centra una delle problematiche più rilevanti delle attuali politiche delle società multiculturali con riferimento al valore che l’ordinamento giuridico deve attribuire al condizionamento esercitato dall’appartenenza culturale di un individuo per condotte penalmente rilevanti. Occorre ribadire che in tali ipotesi si fa riferimento al gravissimo reato di lesioni permanenti e irreversibili a danno di minori, esercitate dai loro tutori legali, in nome di presuntiriferimenti culturali-religiosi, che non dovrebbero trovare spazio all’interno di uno Stato laicoFile | Dimensione | Formato | |
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