Cosa accade quando l’intervento di uno sguardo clinico formula un responso ed esprime la prognosi di un esito in un senso o nell’altro? Il saggio si sofferma sul tempo della diagnosi come spartiacque tra un’esistenza condotta in maniera alienata e inconsapevole e il momento della rivelazione dolorosa, al contempo occasione imprevista per riflettere sul senso e la caducità della vita. Allo svelamento della patologia corrisponde una frattura nel ritmo temporale e uno squarcio sul proprio mondo interno, su desideri e sogni non realizzati. È il momento in cui interviene un cambiamento improvviso che si riverbera sulla progettualità dell’individuo e sulla sua capacità di resilienza. La rottura dell’ordinario e delle consuetudini si accompagna all’alternarsi della minaccia di un’evoluzione brutale della malattia, nel senso dell’aggravamento, con la speranza del miglioramento, aprendosi sul piano personale alla disperazione o a una possibile via d’uscita dalla crisi. Eppure, nel dinamismo temporale in cui vi è un “prima”, un “durante” e un “dopo”, s’inserisce la capacità umana di svoltare, di effettuare la scelta, l’opzione giusta dal proprio punto di vista, in una dimensione più autentica e generativa della cura di sé che determinerà un nuovo stato, una normalità “altra”, quale sostanziale rigenerazione in grado di rendere pensabile il “futuro”: un divenire che ci appartiene nel legame con gli altri e ci tiene uniti alla vita. Solo così è possibile sottrarsi all’insensatezza scaturita dall’unica certezza del tempo che passa.
Après-coup / Marone, Francesca. - In: RIVISTA PER LE MEDICAL HUMANITIES. - ISSN 1661-9986. - (2016), pp. 44-51.
Après-coup
MARONE, FRANCESCA
2016
Abstract
Cosa accade quando l’intervento di uno sguardo clinico formula un responso ed esprime la prognosi di un esito in un senso o nell’altro? Il saggio si sofferma sul tempo della diagnosi come spartiacque tra un’esistenza condotta in maniera alienata e inconsapevole e il momento della rivelazione dolorosa, al contempo occasione imprevista per riflettere sul senso e la caducità della vita. Allo svelamento della patologia corrisponde una frattura nel ritmo temporale e uno squarcio sul proprio mondo interno, su desideri e sogni non realizzati. È il momento in cui interviene un cambiamento improvviso che si riverbera sulla progettualità dell’individuo e sulla sua capacità di resilienza. La rottura dell’ordinario e delle consuetudini si accompagna all’alternarsi della minaccia di un’evoluzione brutale della malattia, nel senso dell’aggravamento, con la speranza del miglioramento, aprendosi sul piano personale alla disperazione o a una possibile via d’uscita dalla crisi. Eppure, nel dinamismo temporale in cui vi è un “prima”, un “durante” e un “dopo”, s’inserisce la capacità umana di svoltare, di effettuare la scelta, l’opzione giusta dal proprio punto di vista, in una dimensione più autentica e generativa della cura di sé che determinerà un nuovo stato, una normalità “altra”, quale sostanziale rigenerazione in grado di rendere pensabile il “futuro”: un divenire che ci appartiene nel legame con gli altri e ci tiene uniti alla vita. Solo così è possibile sottrarsi all’insensatezza scaturita dall’unica certezza del tempo che passa.File | Dimensione | Formato | |
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