Una storia poco conosciuta. Aspetti e momenti delle relazioni fra i Regni d'Italia e Portogallo nell'Ottocento

Le relazioni diplomatiche fra l'Italia e il Portogallo nell'Ottocento non hanno mai particolarmente attratto l'attenzione della storiografia italiana. La dimensione geopolitica della Monarchia lusitana era abbastanza distante dalle tradizionali aree di attività della politica estera italiana. Il Portogallo, inoltre, in quegli anni non era più al centro della grande politica internazionale. Nonostante ciò le relazioni fra i due Regni negli ultimi quarant'anni del secolo presentano molti punti d'interesse, a partire dal tentativo, perseguito senza soluzione di continuità dai due Governi, di costruire un'amicizia che, rinforzata dai legami dinastici in essere, avrebbe dovuto costituire, specialmente nelle intenzioni italiane, la base su cui costruire una fruttuosa collaborazione nello scacchiere diplomatico in epoca bismarckiana (e non solo). Una storia caratterizzata da uno stabile clima di détente, temporaneamente disturbato da due crisi (una nel 1870, l'altra - più grave - nel 1895-96), che pur non lasciarono particolari conseguenze nel rapporto positivo fra i due Paesi, rivelarono una certa insofferenza di Lisbona nei confronti della tendenza italiana di considerare il Portogallo su di un piano d'inferiorità. Roma, infatti, considerava Lisbona come una sorta di "junior partner" per rafforzare le sue aspirazioni di essere considerata finalmente una Grande Potenza nel sistema internazionale politico-economico dell'epoca. L'Italia e il Portogallo cercarono sempre di stabilire una convergenza d'interessi nella Questione Romana, nella difesa del sistema costituzionale monarchico e, infine, di supportare le reciproche ambizioni coloniali. Al contrario l'isolamento diplomatico rappresentò un elemento comune nella condizione di due Paesi distanti geograficamente ma politicamente e spiritualmente sempre assai vicini.