Viene analizzata l'immagine del poeta/dio, del poeta invasato dalla divinità e il modo in cui prende corpo un ‘topos’ che attraverserà tempo e spazio collegando idealmente molti scrittori europei alle loro profonde radici classiche, Il topos presenta una duplice veste, cioè, da un lato del dio a cui si deve la funzione eternatrice della poesia e dall’altro del dio che ossimoricamente muore venendo meno alla propria natura divina e al suo scopo principale, quello di donare a sé e all’uomo l’eternità. Una morte che sta a significare la morte della poesia stessa.
Hic ego qui iaceo: la morte del divino poeta / Squillante, Marisa. - (2020), pp. 15-27.
Hic ego qui iaceo: la morte del divino poeta
Squillante Marisa
2020
Abstract
Viene analizzata l'immagine del poeta/dio, del poeta invasato dalla divinità e il modo in cui prende corpo un ‘topos’ che attraverserà tempo e spazio collegando idealmente molti scrittori europei alle loro profonde radici classiche, Il topos presenta una duplice veste, cioè, da un lato del dio a cui si deve la funzione eternatrice della poesia e dall’altro del dio che ossimoricamente muore venendo meno alla propria natura divina e al suo scopo principale, quello di donare a sé e all’uomo l’eternità. Una morte che sta a significare la morte della poesia stessa.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.