Il proposito di questo contributo è tornare a esplorare la relazione tra utopia e architettura, cercando innanzitutto di mettere in questione il modo in cui l’utopia è stata concepita tradizionalmente nel pensiero architettonico: vale a dire, come la prefigurazione di un futuro concepito come alterità rispetto al presente, nella totalità delle sue dimensioni spaziali, sociali e politiche. Tale visione - come si cercherà di illustrare - è intimamente legata a una certa logica “proiettiva” e “prescrittiva” che, tuttavia, non è l’unica logica possibile del progetto. Attraverso una riflessione su alcuni modi del progetto di architettura contemporaneo, si cercherà infatti di mettere in evidenza una nuova logica progettuale, in cui anche l’utopia abbandona il suo carattere proiettivo tradizionale per acquisire un nuovo senso: non più il non-luogo di un futuro possibile, bensì ciò che non ha luogo nel presente e che può tuttavia emergere dalla sua alterazione. Questa nozione di utopia come “critica situata” concretamente in uno spazio e in un tempo aiuta a comprendere più in profondità il potenziale politico di molte delle forme contemporanee di progetto architettonico e urbano.
Dar luogo a ciò che non ha luogo: utopia e prototyping / Rispoli, Ernesto Ramon; Jordana Lluch, Ester. - In: RIVISTA DI ESTETICA. - ISSN 0035-6212. - 71(2019), pp. 172-186. [10.4000/estetica.5576]
Dar luogo a ciò che non ha luogo: utopia e prototyping
Rispoli Ernesto Ramon
Primo
Writing – Original Draft Preparation
;
2019
Abstract
Il proposito di questo contributo è tornare a esplorare la relazione tra utopia e architettura, cercando innanzitutto di mettere in questione il modo in cui l’utopia è stata concepita tradizionalmente nel pensiero architettonico: vale a dire, come la prefigurazione di un futuro concepito come alterità rispetto al presente, nella totalità delle sue dimensioni spaziali, sociali e politiche. Tale visione - come si cercherà di illustrare - è intimamente legata a una certa logica “proiettiva” e “prescrittiva” che, tuttavia, non è l’unica logica possibile del progetto. Attraverso una riflessione su alcuni modi del progetto di architettura contemporaneo, si cercherà infatti di mettere in evidenza una nuova logica progettuale, in cui anche l’utopia abbandona il suo carattere proiettivo tradizionale per acquisire un nuovo senso: non più il non-luogo di un futuro possibile, bensì ciò che non ha luogo nel presente e che può tuttavia emergere dalla sua alterazione. Questa nozione di utopia come “critica situata” concretamente in uno spazio e in un tempo aiuta a comprendere più in profondità il potenziale politico di molte delle forme contemporanee di progetto architettonico e urbano.File | Dimensione | Formato | |
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