La storia di Vivian Maier (1926-2009), la bambinaia newyorkese il cui talento di street photographer è stato scoperto soltanto post mortem da John Maloof, è ormai nota e ricostruita in numerose biografie, articoli di rivista e di giornale, che hanno contribuito a trasformare la sua esistenza ai margini in un fenomeno cult. Uno dei paradossi che circondano la figura di Vivian Maier consiste nel rapporto che esiste, nella sua vita quotidiana e nella sua produzione, tra ambienti interni ed esterni, tra la città e la casa. Se la ricostruzione biografica della sua vita trascorsa come tata e badante per numerose famiglie suggerirebbe di collocare la sua figura nel solco delle tante affascinanti rappresentazioni di domestiche nella letteratura, nel cinema e nelle serie televisive, i suoi scatti rivelano qualcosa di diverso, a partire dalla loro ambientazione, quasi sempre esterna e urbana. L’articolo si concentra, in particolare, sulle potenzialità narrative della sua misteriosa figura, attorno alla quale ruotano ad esempio, in ambito italiano, l’albo illustrato di Cinzia Ghigliano, Lei. Vivian Maier (2016) e il romanzo di Francesca Diotallevi, Dai tuoi occhi solamente (2018). Spingendosi oltre le riscritture esplicitamente dedicate alla tata fotografa, inattesi e stranianti punti di contatto possono essere colti, ex post, anche in altre opere letterarie in grado di aggiungere ulteriori chiavi di lettura sulle sue inafferrabili e inconsuete scelte di vita, come nel caso dell’ultimo romanzo di Günther Grass, Camera oscura (2008), illustrato dallo stesso autore.
Messaggi in bottiglia. Appunti sul “fenomeno Vivian Maier” / Abignente, Elisabetta. - In: AURA. - ISSN 2723-9527. - 2:(2021), pp. 1-14.
Messaggi in bottiglia. Appunti sul “fenomeno Vivian Maier”
Elisabetta Abignente
2021
Abstract
La storia di Vivian Maier (1926-2009), la bambinaia newyorkese il cui talento di street photographer è stato scoperto soltanto post mortem da John Maloof, è ormai nota e ricostruita in numerose biografie, articoli di rivista e di giornale, che hanno contribuito a trasformare la sua esistenza ai margini in un fenomeno cult. Uno dei paradossi che circondano la figura di Vivian Maier consiste nel rapporto che esiste, nella sua vita quotidiana e nella sua produzione, tra ambienti interni ed esterni, tra la città e la casa. Se la ricostruzione biografica della sua vita trascorsa come tata e badante per numerose famiglie suggerirebbe di collocare la sua figura nel solco delle tante affascinanti rappresentazioni di domestiche nella letteratura, nel cinema e nelle serie televisive, i suoi scatti rivelano qualcosa di diverso, a partire dalla loro ambientazione, quasi sempre esterna e urbana. L’articolo si concentra, in particolare, sulle potenzialità narrative della sua misteriosa figura, attorno alla quale ruotano ad esempio, in ambito italiano, l’albo illustrato di Cinzia Ghigliano, Lei. Vivian Maier (2016) e il romanzo di Francesca Diotallevi, Dai tuoi occhi solamente (2018). Spingendosi oltre le riscritture esplicitamente dedicate alla tata fotografa, inattesi e stranianti punti di contatto possono essere colti, ex post, anche in altre opere letterarie in grado di aggiungere ulteriori chiavi di lettura sulle sue inafferrabili e inconsuete scelte di vita, come nel caso dell’ultimo romanzo di Günther Grass, Camera oscura (2008), illustrato dallo stesso autore.File | Dimensione | Formato | |
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