La relazione nodale tra luoghi e memoria assume, nelle opere autobiografiche di Alberti e Semprún, caratteristiche molto differenti, mettendo in luce due modalità narrative e memorialistiche eterogenee. Le città e gli spazi rappresentati da Alberti lungo i cinque volumi de La arboleda perdida, e quindi sia durante che dopo l’esilio, sono luoghi che provano a colmare una distanza più dolorosa col passato dell’infanzia e dell’adolescenza; quelli cittadini in particolare sono sempre proiezione delle identità acquisite dal narratore-protagonista nel corso degli anni, dalla Madrid della formazione, alla Rute della svolta alla poesia, alla Madrid della nebbia senile, a El Puerto de Santa María. La delusione provocata dal ritorno a luoghi tanto agognati non sembra dovuta solo al cambiamento repentino della forma e dell’anima delle città ma anche all’impossibilità di riappropriarsi del vissuto che queste rievocano. In Adiós, luz de veranos… -- ma anche in El largo viaje e La escritura o la vida -- i luoghi di Semprún e l’ossessiva preoccupazione per la loro metamorfosi, mostrano invece una speranza nella capacità di rivivere in qualche modo il passato. Gli spazi cittadini e i ricordi ad essi legati, ricostruiti attraverso molteplici dimensioni temporali, ammettono una maggiore fiducia nel potere della memoria. Una memoria capace di conservarsi anche a notevoli distanze di tempo e di spazio, in territori e culture di frontiera, in condizioni di sradicamento o disumane.
Prima della fine. Immagini di città e memoria in Alberti e Semprún / Schiano, G. - In: TICONTRE. - ISSN 2284-4473. - 12:(2019), pp. 265-283. [https://doi.org/10.15168/t3.v0i20.362]
Prima della fine. Immagini di città e memoria in Alberti e Semprún
Schiano G
2019
Abstract
La relazione nodale tra luoghi e memoria assume, nelle opere autobiografiche di Alberti e Semprún, caratteristiche molto differenti, mettendo in luce due modalità narrative e memorialistiche eterogenee. Le città e gli spazi rappresentati da Alberti lungo i cinque volumi de La arboleda perdida, e quindi sia durante che dopo l’esilio, sono luoghi che provano a colmare una distanza più dolorosa col passato dell’infanzia e dell’adolescenza; quelli cittadini in particolare sono sempre proiezione delle identità acquisite dal narratore-protagonista nel corso degli anni, dalla Madrid della formazione, alla Rute della svolta alla poesia, alla Madrid della nebbia senile, a El Puerto de Santa María. La delusione provocata dal ritorno a luoghi tanto agognati non sembra dovuta solo al cambiamento repentino della forma e dell’anima delle città ma anche all’impossibilità di riappropriarsi del vissuto che queste rievocano. In Adiós, luz de veranos… -- ma anche in El largo viaje e La escritura o la vida -- i luoghi di Semprún e l’ossessiva preoccupazione per la loro metamorfosi, mostrano invece una speranza nella capacità di rivivere in qualche modo il passato. Gli spazi cittadini e i ricordi ad essi legati, ricostruiti attraverso molteplici dimensioni temporali, ammettono una maggiore fiducia nel potere della memoria. Una memoria capace di conservarsi anche a notevoli distanze di tempo e di spazio, in territori e culture di frontiera, in condizioni di sradicamento o disumane.File | Dimensione | Formato | |
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