La maggior parte dell’abbondante letteratura sulle zone economiche speciali (ZES) insiste nel propagandare le potenzialità positive dello strumento e nel considerare tutte le tipologie di ZES come un modello di intervento pubblico di successo. In Italia, dopo il via libera dell’Unione Europea, è stata persino prospettata l’ipotesi della unificazione delle otto zone economiche speciali attualmente esistenti e della istituzione di un’unica grande ZES delle regioni meridionali (art. 9, co. 2, della Bozza di Decreto sulle politiche di coesione e per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno), che dovrebbe servire a rilanciare l’economia del Mezzogiorno e a ridurre i divari tra Nord e Sud del Paese (art. 9, co. 1, lett. i), della Legge delega per la riforma fiscale). Un aspetto poco indagato – e finora oggetto di scarso approfondimento – riguarda, invece, la natura giuridica degli istituti e la loro correlazione abituale, non per caso riscontrata fin dai tempi più antichi, con il compimento di numerose attività illecite e reati, quali il contrabbando e l’evasione fiscale. Col presente articolo si intende analizzare, in particolare, le questioni problematiche ed i rischi di evasione e frode fiscale correlati a tali istituti, illustrando le dinamiche applicative di una determinata tipologia di ZES, il porto franco; in particolare, il lavoro analizza i meccanismi giuridici attraverso i quali la stessa si è “adattata” a certe dinamiche, legislative e di mercato, trasformandosi gradualmente in una nuova forma di paradiso fiscale (o, se si preferisce, di società offshore).
Porti franchi e ZES: dai vantaggi spesso mitizzati ai gravi rischi di evasione fiscale / Villani, Salvatore. - In: DIRITTO E PROCESSO TRIBUTARIO. - ISSN 2421-2385. - IX:2(2023), pp. 247-304.
Porti franchi e ZES: dai vantaggi spesso mitizzati ai gravi rischi di evasione fiscale
Salvatore Villani
2023
Abstract
La maggior parte dell’abbondante letteratura sulle zone economiche speciali (ZES) insiste nel propagandare le potenzialità positive dello strumento e nel considerare tutte le tipologie di ZES come un modello di intervento pubblico di successo. In Italia, dopo il via libera dell’Unione Europea, è stata persino prospettata l’ipotesi della unificazione delle otto zone economiche speciali attualmente esistenti e della istituzione di un’unica grande ZES delle regioni meridionali (art. 9, co. 2, della Bozza di Decreto sulle politiche di coesione e per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno), che dovrebbe servire a rilanciare l’economia del Mezzogiorno e a ridurre i divari tra Nord e Sud del Paese (art. 9, co. 1, lett. i), della Legge delega per la riforma fiscale). Un aspetto poco indagato – e finora oggetto di scarso approfondimento – riguarda, invece, la natura giuridica degli istituti e la loro correlazione abituale, non per caso riscontrata fin dai tempi più antichi, con il compimento di numerose attività illecite e reati, quali il contrabbando e l’evasione fiscale. Col presente articolo si intende analizzare, in particolare, le questioni problematiche ed i rischi di evasione e frode fiscale correlati a tali istituti, illustrando le dinamiche applicative di una determinata tipologia di ZES, il porto franco; in particolare, il lavoro analizza i meccanismi giuridici attraverso i quali la stessa si è “adattata” a certe dinamiche, legislative e di mercato, trasformandosi gradualmente in una nuova forma di paradiso fiscale (o, se si preferisce, di società offshore).File | Dimensione | Formato | |
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